FIGLI
Attori: Valerio Mastandrea - Nicola, Stefano Fresi , Paola Cortellesi - Sara, Gianfelice Imparato , Andrea Sartoretti, Massimo De Lorenzo, Valerio Aprea, Carlo De Ruggieri, Paolo Calabresi
Sceneggiatura: Mattia Torre
Fotografia: Roberto Forza
ITALIA 2020 - 97 min.
Produzione:
LORENZO GANGAROSSA, MARIO GIANANI, LORENZO MIELI PER WILDSIDE
Distribuzione: VISION DISTRIBUZIONE
Nicola e Sara hanno scoperto a loro spese uno dei segreti meglio custoditi della contemporaneità: fare il secondo figlio, nell'Italia della natalità zero e della precarietà come regola di vita, rischia di innescare una bomba ad orologeria, e aprire il varco ad una serie di incognite spesso difficili da gestire. La relazione fra Nicola e Sara, teoricamente imperniata su una divisione dei compiti 50/50, fa sentire ognuno di loro non riconosciuto nei suoi sforzi e gravato dal 200% delle incombenze familiari. Che fare allora quando tutto quello che vorresti è saltare fuori dalla finestra di casa tua e abbandonare il campo?
Quasi vent'anni dopo Casomai di Alessandro D'Alatri, Mattia Torre prova a fare i conti con uno dei grandi problemi del presente, del quale il cinema parla pochissimo: la quotidiana lotta per la sopravvivenza delle coppie (relativamente) giovani in una nazione dove sembra che tutto cospiri contro il nucleo famigliare.
Il duplice obiettivo è quello di
far uscire dall'isolamento queste coppie in trincea, che probabilmente
si ritengono le uniche a non farcela a gestire la propria quotidianità, a
maggior ragione quando arrivano i figli, e di denunciare la mancanza di
empatia e di sostegno dello Stato e delle istituzioni nei loro
confronti.
Invece di essere aiutati Nicola e Sara sono infatti tempestati dalle
cartelle esattoriali e si vedono rispondere dai loro genitori, quella
generazione ex sessantottina che "si è mangiata tutto", che loro sono la
maggioranza demografica che detiene il potere decisionale e i cordoni
della borsa. E il tallone d'Achille di Nicola e Sara sembra essere
proprio quello di "credere ancora in questo Paese" che non sembra
accorgersi delle loro difficoltà.
Come sempre Torre, qui purtroppo alla sua ultima sceneggiatura, mette il
dito sulla piaga e racconta la contemporaneità e la sua generazione con
una precisione e un'attenzione ai dettagli (fantastico quello sulla
ferocia che si innesca al terzo passaggio di fazzoletto sulla bocca di
un bambino) che raccontano la cura dell'autore e rendono riconoscibile
ogni svolta narrativa.
Il regista Giuseppe Bonito prende in mano la sceneggiatura con rispetto e
applica alcuni stratagemmi visivi già usati da Torre nell'adattamento
televisivo del suo La linea verticale:
ad esempio calare i suoi personaggi dentro un panorama bianco latte che
ne delinea la sensazione di isolamento cosmico. E i tanti amici di
Torre appaiono in cammei anche brevissimi, mostrando un sostegno non
solo professionale al progetto.